Generale José de San Martín
José de San Martín (1778-1850) soldato e politico argentino. Figlio di un tenente governatore, andò con la sua famiglia in Spagna nel 1784, dove entrò come cadetto di fanteria a Murcia (1789) Partecipò alla battaglia di Bailén (1808) e fu promosso tenente colonnello. Dopo la Rivoluzione di Maggio a Buenos Aires (1810), si recò a Londra (1811), dove interagì con i patrioti americani, con i quali si imbarcò per Buenos Aires (1812). |
Partecipò alla Loggia Lautaro e organizzò il reggimento dei Granatieri a Cavallo, con il quale sconfisse i realisti a San Lorenzo (1813). Capo dell'Armata del Nord, in sostituzione di Belgrano e Governatore di Cuyo (1814); si stabilì a Mendoza, dove sviluppò il suo piano per rendere il Cile e il Perù indipendenti. Dopo aver organizzato l'esercito delle Ande (1816). attraversato la catena montuosa. Vinse a Chacabuco (1817) ed entrò a Santiago del Cile, dove cedette a O'Higgins il governo che il Cabildo gli offrì. Sconfitto con O'Higgins a Cancha Rayada, la sua vittoria a Maipú (1818) consolidò l'indipendenza del Cile, con il cui sostegno organizzò la spedizione in Perù. Lo squadrone, che mise sotto il comando di Cochrane, salpò da Valparaíso (1820) e sbarcò a Pisco. Una volta iniziata l'invasione, negoziò la pace con il viceré Pezuela, e con il suo successore, La Serna, firmò il Patto di Punchauca, che garantiva l'indipendenza del Perù, in cambio dell'intronizzazione di un principe della famiglia reale spagnola. L'opposizione dei funzionari realisti annullò il patto e San Martín entrò a Lima (1821), dove proclamò l'indipendenza del Perù e prese il titolo di Protettore. Inviò rinforzi a Sucre, per la battaglia di Pichincha (1822), ma poiché i realisti occupavano ancora gran parte del territorio del Perù, cercò la collaborazione di Bolivar, con il quale tenne un colloquio a Guayaquil. In esso contrappose il suo monarchismo alla convinzione repubblicana del Liberatore, tuttavia mettendo al primo posto gli interessi dell'America, cedette a Bolivar la gloria della liberazione del Perù e si ritirò a Lima, dove si dimise dal comando. Andò in Cile e Argentina (1823) e quando sua moglie morì, si stabilì in Europa (1824). Tornò a Buenos Aires nel 1829, ma di fronte al disordine prevalente e ai segni di ostilità che ricevette, non sbarcò e tornò in Francia, dove morì nel 1850.